Non esiste Babbo Natale?!

(Ovvero del perché le favole sono così importanti e del come si possono raccontare)

No Virginia, i tuoi piccoli amici hanno torto. Sono stati contagiati dallo scetticismo di quest’epoca scettica. Credono solo a quello che vedono. Pensano che una cosa non esista se non la possono abbracciare con la loro piccola mente… Babbo Natale non esiste?...Niente babbo Natale! Grazie al cielo Babbo Natale esiste, ed esisterà per sempre. Di qui a mille anni continuerà ad allietare il cuore dell’infanzia.
Francis Pharcellus Church, in The New York Sun, 21 settembre 1897

I genitori di un bambino di sei anni, piuttosto sveglio, decisero che era tempo di spiegargli che Babbo Natale è solo una bella favola, un’invenzione. E quando, nel corso della festa, Babbo Natale fece la sua apparizione, gli spiegarono che si trattava di una persona a lui ben nota (lo zio Gianni), travestita da Babbo Natale. Subito il bambino scoppiò in un pianto disperato: “Perché da me non viene il vero Babbo Natale?”. Quei razionalistici genitori rimasero allibiti. Non capivano che, trovandosi in un’età in cui i bambini hanno ancora bisogno dell’aiuto del soprannaturale e del magico, per riuscire a far fronte alla vita, il figlio non poteva prestar fede alle loro razionalistiche spiegazioni. E quando cercarono di spiegargli che anche dagli altri bambini andava un Babbo Natale come lo zio Gianni, il bambino ribattè: “Ma lo zio Gianni non può andare da tutti i bambini!”, un’osservazione che rispecchiava l’intelligenza e la logica  impeccabile del suo pensiero, del pensiero, però, di un bambino di sei anni. E rispecchiava anche la forza del bisogno di continuare  a credere a Babbo Natale, qualunque cosa gli dicessero i suoi genitori, a dispetto anche dell’aver visto con i suoi occhi che si trattava effettivamente dello zio con il costume rosso e la barba finta. Infatti, quando gli spiegarono che dagli altri bambini si recavano i loro nonni o altri loro parenti, il bimbo insistette: “Però da certi bambini ci va il vero Babbo Natale!” (B. Bettelheim, “Un genitore quasi perfetto”).
Per padroneggiare veramente la realtà i bambini hanno bisogno di ricorrere al pensiero magico e di credere ad una dimensione magica, sia essa rappresentata da Babbo Natale o da tutti gli altri personaggi che popolano le favole o le leggende. L’uso del pensiero magico tende a scomparire con l’età, di norma non prima dei sei-sette anni però, via via  che, con l’ampliarsi dell’esperienza del bambino, la realtà prende il sopravvento ed egli riesce sempre meglio a gestirla. Verrà certamente il giorno in cui il bambino non vorrà più credere a Babbo Natale, qualunque cosa gli dicano i genitori…  Perciò, per aiutare i bambini a formarsi una sana visione della realtà e ad acquisire la capacità di farvi fronte, i genitori dovrebbero non solo permettere loro di credere alle proprie fantasie per il tempo necessario, ma anche, nei momenti più significativi, dare realtà a tali fantasie.

Consigli utili:
1.    Dedicate almeno dieci minuti felici al giorno, ogni giorno, alla lettura.
2.    Leggete almeno 3 storie al giorno (va bene anche la stessa per 3 volte):per imparare a leggere i bambini hanno prima bisogno di ascoltare migliaia di storie!
3.    Leggete con partecipazione: ascoltate la vostra voce ed evitate di essere piatti e noiosi. Interpretate le storie liberamente, siate fantasiosi, divertitevi e ridete.
4.    Leggete e rileggete le storie preferite del vostro bambino. Ripetetele all’infinito mantenendo sempre lo stesso tono, cioè con lo stesso slancio e la stessa intonazione della prima volta.
5.    Parlate il più possibile con i vostri bambini, cantate vecchie canzoncine o filastrocche buffe.
6.    Date la preferenza ai libri con versi in rima, ritmo e ripetitività, e preferite i libri brevi.
7.    Leggete ogni giorno semplicemente perché vi piace stare con il vostro bambino, non perché è la cosa giusta da fare.

“Genitori che…..”
Rubrica per mamme e papà appassionati, incuriositi, perplessi, preoccupati e …. Desiderosi di saperne di più su loro stessi e sui loro bambini.